Riproduzione dello stallone
La valutazione del potenziale riproduttivo dello stallone
Articolo SIVE in relazione all’intervento della Dottoressa Giovanna Romano
Il veterinario esperto in riproduzione equina viene chiamato spesso per valutare il maschio intero che deve essere avviato alla stagione di monta.
Come ricordato dalla Dr.ssa Giovanna Romano, questo compito non è sempre semplice in quanto, il più delle volte, si tratta di soggetti agonisti a fine carriera: la valutazione di questi animali viene effettuata, per forza di cose, al termine della stagione sportiva, che di norma coincide con il periodo peggiore dal punto di vista riproduttivo, poiché in autunno-inverno si osserva un fisiologico abbassamento dei livelli di ormoni che determinano la produzione spermatica (DSO – Daily Sperm Output), senza contare le condizioni di stress che si generano in un soggetto al quale viene richiesto un impegno fisico notevole.
Questi cavalli vengono destinati alla monta non per la loro caratteristiche di fertilità ma per le performances, per la morfologia e per la genealogia, nella speranza di ottenere una progenie di egual valore.
La valutazione preliminare
Nella valutazione preliminare dello stallone bisogna tenere presente, tra le altre cose, se l’animale sia destinato alla monta naturale, alla produzione di seme fresco o congelato: alcuni Stud Book esteri richiedono una BSE(Breeding Soudness Evaluation) precoce nell’animale, addirittura prima ancora che questo venga destinato alla carriera agonistica, ai fini dell’iscrizione nella lista dei riproduttori: per fare ciò il soggetto deve essere sottoposto ad un fertility test che prevede due prelievi di seme a distanza di un’ora, il risultato del quale deciderà chi verrà escluso dalla riproduzione o castrato e chi un domani sarà avviato alla riproduzione.
Prima di procedere alla visita clinica l’animale deve essere identificato correttamente attraverso la lettura del microchip e l’esame del libretto, in modo da prendere coscienza anche delle profilassi vaccinali eseguite. L’anamnesi, sia recente che remota, ha una particolare importanza per definire l’impatto di eventuali stati patologici pregressi sull’attuale valutazione del seme: anche solo un banale stato febbrile intervenuto nei sessanta giorni precedenti o la somministrazione di farmaci ed ormoni possono determinare una notevole alterazione della produzione spermatica.
L’Esame Obiettivo Generale deve essere condotto in maniera non diversa da quanto avviene nelle altre specie, prendendo in considerazione l’animale nella sua interezza, dalla dentatura fino agli zoccoli, con particolare attenzione ad eventuali difetti o patologie dell’apparato muscolo scheletrico che possano compromettere la sua carriera da riproduttore, rendendo difficile la monta della fattrice o del manichino, per la valutazione dei quali può rendersi necessaria la diagnostica per immagini (ad es. radiologia) o il consulto di specialisti. Lo screening delle malattie sessualmente trasmissibili è di fondamentale importanza e, nel caso di seme spedito all’estero, potrebbe variare in funzione delle richieste del Paese cui questo è destinato; uno screening di base dovrebbe prevedere almeno il monitoraggio di EVA, AIE, Herpesvirus, CEM, Pseudomonas e Klebsiella.
Successivamente si procede con l’Esame Obiettivo Particolare dell’apparato genitale valutando attentamente, sia visivamente che mediante palpazione, la conformazione, consistenza e dimensione del pene, della fossa uretrale, del prepuzio, dello scroto e dei testicoli e procedendo poi all’esecuzione di tamponi. L’EOP andrebbe condotto sull’animale in stato di eccitazione, avvicinando il soggetto ad una femmina in estro od ovariectomizzata (ma sempre in presenza di feromoni urinari), metodica utile anche per valutarne la libido. Durante l’esame dei testicoli è necessario tenere presente che la dimensione di questi è proporzionale alla produzione spermatica giornaliera (il cui calcolo può essere effettuato secondo quanto riportato in fig. 1), ma anche che lo stallone molto giovane presenta uno sviluppo testicolare ridotto, che tende ad aumentare fino a 6-8 anni di età.
Se l’animale è teso si può somministrare detomidina per tranquillizzarlo e determinare la discesa completa dei testicoli nello scroto, in modo da ottenere una migliore palpazione. Per i testicoli bisogna valutare la consistenza del parenchima, che deve essere tonica ma elastica (l’indurimento potrebbe essere segno di fibrosi con diminuzione della funzionalità parenchimale), ed in caso di dubbio si dovrà effettuare un esame ecografico (l’aumentata ecogenicità è segno di fibrosi).
Per la valutazione del seme è necessario effettuare la raccolta utilizzando la vagina artificiale; successivamente bisognerà sottoporre l’eiaculato ad un attento esame qualitativo che tenga presente concentrazione (da 50 a 600 milioni/ml), volume (estremamente variabile, da 20 a 200 ml), numero di spermatozoi totali (mediante emocitometro, spettrofotometro o nucleocounter), numero di spermatozoi morfologicamente normali, motilità totale, percentuale di motilità progressiva e, come esami collaterali, eventualmente la valutazione della reazione acrosomiale, della cromatina e dell’integrità di membrana. Una volta ottenuta la concentrazione totale di spermatozoi, bisognerà ottenere una quantità di cellule sufficienti a fertilizzare la cavalla (almeno 300 milioni di spz normali nel seme trasportato e 250 milioni nel congelato), considerando che in uno stallone medio almeno il 60% degli spermatozoi dovrebbe essere normale. Vanno osservati ed annotati spermatozoi anomali per forma e movimento e considerate indesiderabili le gocce citoplasmatiche distali, difetti della testa e dell’acrosoma, il rigonfiamento del colletto e le code arrotolate. Le teste staccate sono patognomoniche di difetti occlusali dell’ampolla, mentre la presenza di 1-2% di cellule germinali è normale e queste vanno distinte da cellule infiammatorie come leucociti e neutrofili. La colorazione con diff-quick aiuta ad identificare la morfologia degli spermatozoi. Infine, valutare la congelabilità del seme è molto importante, perché statisticamente si considera che circa il 20% dei soggetti prelevati non è idoneo alla produzione del “congelato”.